l'ultima playlist

e ultimo post dell'anno, régaz. L'altra sera puntata di chiusura come da tempo non ne facevamo. Classifiche, oroscopi, brindisi, candele, riviste inglesi un sacco di amici in studio.
Dopo la sigla (as usual, Palid di Animals on wheels), ancora una volta gli Strokes con la loro Modern Age hanno inaugurato la serata.
A quel punto Arturo Compagnoni, ritornato alla regia, forse anche complice la presenza di Fabio Merighi, ha cominciato a prenderci in giro e non ha più smesso fino alla fine dell’ultima canzone.
Come dargli torto, del resto, dato che sul mixer di Radio Città 103 c’erano i nostri quattro cd del 2001, e per lo più compilation omaggio, collezioni di mp3 o copie di terza mano?
Inspiegabilmente dimenticato dalle classifiche, l’album di Preston School of Industry ci ha persuaso che il modo migliore per continuare con un po’ di rock era mettere Falling away. E dopo un ex Pavement, suonava fin troppo facile metterne un altro, ma Jenny and the ess dog di Stephen Malkmus è uno dei singoli più belli dell’anno.
Cambio di suoni, e menzione d’onore per Aphex Twin e il suo Druqs. Come si è detto in studio, prima dell’uscita si parlava di questo album come di una pietra miliare; poi, quando il doppio cd e il quadruplo vinile sono arrivati sugli scaffali nessuno ha più fatto commenti. Anche noi confessavamo una certa perplessità; alcuni momenti, però, come la prima traccia della seconda parte, ci ricordavano l’Aphex Twin dei tempi migliori.
Per allentare, abbiamo scelto i Lamb: Sweet è "il posto dove i tuoi occhi mi dicono che ho sempre voluto essere". (perdonateci: ci sembrava molto natalizia).
Siamo rimasti in territori dance, ricordando l’album uscito quest’estate per i Basement Jaxx. La più adatta alla fine dell’anno che si approssimava ci sembrava Just 1 kiss ("e tutto andrà meglio" :-)). Abbiamo suggerito ai nostri ascoltatori (?) di mettere del vischio vicino alla radio e ballare con noi.
Un album del 2001 rimasto sconosciuto ai più è stato quello dei Call and Response: chissà perché noi ce l’avevamo. Abbiamo suonato Rollerskate che è molto morbida e funzionava bene da passaggio verso la rubrica dell’aperitivo.
Introdotta come consuetudine da Henry Mancini, La Laura ha preparato due ricette che potevano tornare buone per utilizzare champagne e spumantini che avrete ricevuto con le varie ceste di Natale: un classico Bellini, e champagne con il melograno fatto proprio come al caffè Florian di Venezia.
Jorge Regula dei Moldy Peaches suonava abbastanza romantica (secondo i canoni di Polaroid) per godersi l’aperitivo. Eppoi non potevano mancare i Moldy nella nostra playlist di fine anno!
Nelle stesse settimane in cui Adam e Kymia si conquistavano il loro quarto d’ora di celebrità, su tutte le copertine arrivavano The White Stripes. I loro pantaloni rossi sono così natalizi che non potevamo scordarli.
Dato anche che gli unici a citare i Call and Response erano stati i Kings of Convenience (su NME della settimana scorsa), i due norvegesi hanno meritato un posto nella playlist di Polaroid. Toxic girl ci ha anche permesso di ricordare una indimenticabile serata danzante al Covo dopo il loro concerto (il nostro quarto d’ora di celebrità).
La puntata volgeva al termine e la discussione su quale finale proporre era accesa negli studi della radio. Ebi, che è sempre galante, ha lasciato il passo a Ellegi e si è accontentato di mettere solo come penultima A Drop in Time dei Mercury Rev.

«Un anno
È solo una goccia nel tempo
E non può sfiorare
La forma femminile
Sdraiata nel mio letto.
Lei è una mia amica
E nell’oscurità
Riconosce il tocco della mia mano.
»

Dite voi se questa non era una meravigliosa canzone per chiudere il 2001…
Ma Polaroid si è concluso con le danze: più bel 45 giri dell’anno è stato procalmato You can’t hide your love forever dei Comet Gain (ma solo per i 45 giri: l’album, manco a dirlo, resta sempre quello degli Strokes…) e con quello abbiamo salutato i nostri ascoltatori (?).
Abbiamo poi invitato tutti a venirlo a ballare al Covo la sera del 31, dove Polaroid non mancherà.

Buon Anno régaz!



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