Concerti
If you're feeling sinister

Hey, io ci sono ancora: è la La Laura quella andata in vacanza. Se qui sembra un po' abbandonato è solo perché, come tutti voi in realtà, in questi giorni avevo di peggio da fare che aggiornare un blog.
Una delle poche cose che mi tiene ancora su è andare ai concerti, specialmente con gli amici. E intendo proprio l'andare assieme, il fare della strada, che poi il restarci, l'ascoltare e il guardare, son cose da fare, in un certo senso, da soli, anche se si balla vicini, anche se ci si incontra, anche se si fanno tutti i commenti a tutte le canzoni.

Prendi la bella serata di martedì su alla Macchia, nelle colline sopra Bologna, in questa specie di terrazza sospesa tra le rocce di gesso di una cava abbandonata e la valle buia di sotto, che poi se ho capito bene è una specie di riserva naturale con dei gufi imperiali o qualcosa del genere.
Era uno scenario formidabile per la musica dei Telefon Tel aviv, il cui ultimo disco quest'inverno era stato incensato da tutti e che a me aveva detto veramente poco. L'altra sera dal vivo, in versione "strumentale" (ovvero solo un paio di laptop, senza basso né voci soul) io li ho trovati perfetti.
Soffiava questo vento, e il suono era a un volume davvero impressionante eppure non dava fastidio, tutto era nitidissimo, potevi quasi sentire il rumore amplificato degli hard disk macinare i beat. Oceani di archi riverberati e impastati sopra ritmi in frantumi, avrei potuto stare ad ascoltare per ore.
E però di quella sera ricordo molto bene anche il salire veloci la strada di collina in macchina con FedeMC ed Elena, ascoltando l'ultimo bellissimo disco dei New Year. Era proprio una sera d'estate, andando con la macchina e i finestrini abbassati, ascoltando la musica.

Oppure ieri, il doppio concerto di Rapture e Belle & Sebastian a Ferrara Sotto Le Stelle: una serata giunta a recuperarmi in extremis in mezzo a una settimana con poco altro da salvare.
I Rapture forse non avevano tutto il tiro che ci si poteva aspettare da loro (se i Disco Drive vanno in America spaccano) però sono stati molto divertenti, sorridevano e ballavano male come tutti noi. E se il gran finale di House of jealous lovers non era così tanto da sudare come in pista al Covo, in compenso Love Is All è stata strepitosa, quasi strokesiana. Bassista in El Guapo mood, cantante con vera voce smithiana tenuta su egregiamente fino alla fine (o quasi).

E che dire poi dei Belle & Sebastian? E' la quarta volta che li vedo e ogni volta mi sembrano in costante miglioramento. La piazza era incredibilmente vuota e senza fatica si poteva andare vicino per vedere Stuart Murdoch gonfiare le vene dei bicipiti o Stevie Jackson fare tutte le smorfie da Benny Hill Show a spalle strette.
La scaletta era veramente uno spasso, con tutti i pezzi più allegri del larghissimo repertorio della band scozzese, mentre classici tipo Fox in the snow platealmente negati al pubblico implorante ("oh, the snow melted so long ago"). Certo, non è un vero concerto dei B&S senza Sleep The Clock Around, ma sono sicuro che stavolta non l'hanno fatta solo perché mancava La Laura, però hanno suonato Waking Up To Us perché c'era Bob Corn nelle prime file, e Get me away from here, I'm dying perché quella che aveva tutta l'aria di essere Patrizia dei Pecksniff è salita sul palco a ballare, e infine I'm a cuckoo perché la voleva Inkiostro.
I Belle & Sebastian li senti proprio così, ormai: un gruppo di amici con cui staresti in compagnia ben più di due ore, tra canzoni, chiacchiere e qualche rum. Un po' come quelli che poi ti accompagnano a casa in serate come questa.

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