That was now, this is then

Dot Dash
La biografia dei Dot Dash sembra uscita da un generatore automatico di post di polaroid alla radio: il chitarrista e cantante Terry Banks era insieme al bassista Hunter Bennett nei Julie Ocean, per i quali mi ero preso una cotta qualche estate fa, il batterista ha militato negli Swervedriver e in varie formazioni Dischord, il loro debutto (se così si può dire, vista l'età media della band di Washington) intitolato Spark>Flame>Ember>Ash esce per Beautiful Music, che è quella label canadese che periodicamente pubblica album di tributo ai Television Personalities, e come se non bastasse prendono il nome da una canzone degli Wire. I Dot Dash raccontano di aver registrato il disco in appena tre pomeriggi, alla faccia dell'urgenza e dell'immediatezza, e in effetti il loro jangle pop presenta qualcosa di più aggressivo e cupo, ruvido, quasi punk. Non per niente è stato tirato in ballo un certo stile prima Creation. Immagino che questa musica non cambierà la vita di nessuno, ma senti che ha cuore, e a volte è tutto.

(mp3): Dot Dash - I'm Going Home

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