The Tarnished Gold

Beachwood Sparks

Ho imparato a conoscere i Beachwood Sparks proprio nei dieci anni in cui sono stati assenti dalle scene. Dieci anni in cui tutto quello che avevano fatto poteva sembrare datato e sbiadito, o al contrario quanto mai vicino, vedi quello che si è tramandato nel suono di band come Fleet Foxes e compagnia. Agli Sparks sono arrivato quasi per caso, perché mi piaceva tantissimo il piccolo progetto parallelo dei Tyde. Musica per gente che nella vita cavalca le onde, tiene lo sguardo lontano, oltre la spiaggia sommersa dal sole, e che di un decennio di internet immagino se ne faccia poco. Mi domando se oggi una biografia come questa lunghissima non faccia lo stesso effetto di una pagina ingiallita di Creem.
Ora la band californiana ritorna con un nuovo album, The Tarnished Gold su Sub Pop, e mentre i numi tutelari restano ovviamente gli stessi (Gram Parsons, Gene Clark, Neil Young...), le parole di Brent Rademaker che lo presentano suonano ancora più temprate: "We actually lived this. For a lot of years now, we’ve represented this part of the country, this town and music in this town. We’ve been through a lot of struggle in terms of money, music and the lifestyle, and I think The Tarnished Gold really gets into all that—the meaning is right there in the title. On top of that, we can relate our plight to the plight of the country; it all ties together.”
E nonostante tutto, la canzone che anticipa il disco è la musica più rasserenante che si possa ascoltare:

(mp3) BeachWood Sparks - Forget The Song

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