Natural progression

Boomgates

Ho l'impressione che nelle prossime settimane la parola "Australia" ritornerà spesso tra queste pagine e la radio. C'è una quantità di dischi nuovi e di nuove band "from down-under" davvero interessanti. Soprattutto, la cosa che mi entusiasma di più è che tutte quante condividono una certa estetica (dichiaratamente erede di Flying Nun, Go-Betweens ecc.), un suono "jangling" capace di spingersi sia verso l'elettricità garage, sia verso l'indiepop più melodico.
Il primo nome che mi piace segnalare è quello dei Boomgates, una specie di supergruppo dell'area di Melbourne che raccoglie membri di Twerps, Dick Diver e Eddy Current Suppression Ring (e ammetto di conoscere soltanto i primi, ma visti i risultati credo mi andrò a cercare presto anche gli altri). L'esordio Double Natural pubblicato da Bedroom Suck Records racchiude una poesia brusca, capace di dolcezze improvvise e scarti introversi. "All these things that make me nervous / I guess they’ve gone and served their purpose". Il contrasto scaturisce dalle due voci, quella maschile e nasale di Brendan Huntley e quella femminile, sensuale e svogliata di Steph Hughes. Ma anche l'asciuttezza delle chitarre e l'essenzialità (direi quasi la solitudine, se non temessi di essermi fatto troppo suggestionare) delle ritmiche disegnano un quadro senza ombre. Le canzoni all'inizio sembrano schizzi appena accennati, dai bordi taglienti, poi si prolungano, si distendono e alla fine riesci a vederne l'immagine completa, come un'inquadratura che si è a poco a poco allargata. “It's just a natural progression... to the end".

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