V for Vaselines

The Vaselines: V for Vaselines

La storia del Rock è disseminata di "se", strade mai imboccate, porte che si sono chiuse. Tutti quei dischi mai usciti al momento giusto, le morti premature, i sabotaggi, le scelte incomprensibili. E qualcosa che sembrava ormai certo, ora è soltanto un'ipotesi. A volte, invece, quella che sembrava una fine imprevista si rivela la sola via possibile per andare avanti. Un'oscura band scozzese della seconda metà degli Anni Ottanta, che si scioglie subito dopo aver pubblicato un atteso album di debutto, avrebbe oggi la stessa rilevanza se avesse proseguito una "normale" carriera? Considerando la biografia dei Vaselines viene proprio da chiederselo. Ogni volta che si parla di loro non si manca mai di citare il decisivo intervento di un personaggio come Kurt Cobain per far conoscere le loro canzoni. In mezzo c'è stata una media carriera solista, un po' di anonimato, una reunion che ha preso in contropiede non pochi, la bella e doverosa antologia Sub Pop e un ritorno alle canzoni pungenti e scanzonate con Sex With An X. Ascoltando questo nuovo V For Vaselines non puoi fare a meno di pensare che sarebbe il classico terzo disco, uno di quelli in cui i critici riescono a leggere tanto "l'approfondimento e la maturità" quanto "la noiosa ripetizione di stilemi risaputi". Con la sola e abbastanza eccezionale differenza che questo "normale" terzo disco arriva a quasi trent'anni dall'esordio. Ma del resto sono i Vaselines, cosa vi aspettavate?
Dicono che questo disco sia ispirato alla semplicità e immediatezza del rock'n'roll sanguigno alla Ramones, ma forse il suo difetto maggiore è proprio una certa prolissità. Se quasi tutte le canzoni durassero la metà dei minuti per me sarebbe efficaci il doppio. Vale anche per i momenti migliori, come il singolo High Tide Low Tide o la scanzonata One Lost Year: strofa ritornello strofa ritornello e tutti a casa, sarebbe sufficiente. Unica eccezione che concedo: Single Spies, una lunga e placida ballata in cui uno dei molti botta e risposta tra le voci di Eugene Kelly e Frances McKee serve a mettere in scena un agrodolce ma placido quadro casalingo, tra amori sbiaditi e voglia di resistere. Per il resto, i Vaselines tendono forse a trascinare ogni idea più del dovuto e a far sembrare la mezz'oretta di questo disco più lunga di quanto non sia in realtà. Detto questo, V For Vaselines resta un lavoro schietto e agguerrito, che non scende a patti con l'età dei suoi musicisti. E nonostante la conclusiva Last Half Hour si lasci andare a un drammatico "Switch off, turn the lights low / Final curtain, end of the show", c'è da scommettere che l'ultima parola per i Vaselines non è ancora detta.

(mp3) The Vaselines - One Lost Year

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