Let's pretend we're doing fine

The Spook School - Could It Be Different?

"Fuck you, I'm still alive!" è uno di quei ritornelli che diventano inni all'istante (e per un sacco di motivi non solo musicali), come forse nell'indiepop non si sentiva da un po' di tempo. È una piccola cosa incoraggiante: The Spook School sono sempre stati in prima linea quando si trattava di rivendicare spazio per la differenza e la diversità, reclamare diritti e anche il semplice divertimento per chi non è allineato, in primo luogo con i ruoli (fin troppo) tradizionali che la musica troppo spesso ci impone ancora. La band di Edimburgo definisce il proprio genere "queer indie-pop punx" e in questa sua terza prova Could It Be Different? (Su Slumberland negli USA e Alcopop in Europa) lo ribadisce con voce ancora più nitida ed energica.
Se il punto di partenza è il mondo di Bad Year, con il suo caos e la sua insensata corsa verso il peggio, o quello di Best Intentions ("Everything you've got is everything they're taking"), gli Spook School vogliono essere qui per sostenere le battaglie quotidiane con le loro chitarre euforiche, anche quando diventano più amare, a volte quasi emo (come in High School). Ed è una lotta che ti riempie di dubbi: di fronte alla fatica di resistere, ti accorgi che "I keep thinking of myself". Siamo tutti umani, con le nostre debolezze: "we can't keep fighting every single night and it's alright to cry sometimes".  
Ma l'ultima parola per gli Spook School resta una sola: I Only Dance When I Want To, sono io che decido per me e la mia vita. Possiamo ballare e divertirci, possiamo lasciarci prendere la mano dalla nostra interminabile adolescenza ("Teenage hopes are never less than perfect anyway"), possiamo parlare d'amore e corpo (la consueta limpidezza quando trattano di "vita da transgender"), ma la politica di fondo nella musica degli Spook School non cambia, resiste, ed è netta. E questa forse è la vera ragione per cui questo loro disco di pop-punk molto Nineties regge così bene ed è ancora oggi così importante, in questo 2018 che speravamo meglio.





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